Sono incappato in un articolo (?!?!) di Travaglio, uscito su il FQ di ieri.
Trattava di macchina del fango, lui accusa gli altri, incredibile!!!
Con la solita collaudata (ma troppo sgamata) tecnica, da carnefice si trasforma in vittima e giù ad elencare i torti subiti da Raggi ed Appendino.
…
In democrazia si accettano le vittorie (pure quelle frutto del nulla) ed ancora di più necessita meditare sulle sconfitte. Soprattutto quando sono catastrofiche, senza appello, senza neppure il gol della bandiera.
Alle ultime consultazioni i pentastellati sono stati annichiliti, asfaltati; sono riusciti -in soli 5 anni- a perdere un consenso guadagnato con il Vaffa.
Amministrare è diverso dal fare opposizione, a tutti i livelli. E pure l’opposizione, quando la si fa, non deve essere la pulizia della polvere superficiale, le tematiche vanno approfondite. Quando è solo tutta facciata l’elettore non ti vota.
Se ne faccia una ragione Travaglio.
“La Terra non è un’eredità ricevuta dai nostri Padri,
ma un prestito da restituire ai nostri figli”
Antico proverbio amerindio
Ieri ho avuto una dimostrazione plastica del fatto che nella vita bisogna saper attendere.
I fatti.
Incontro un “ex” amico che non vedevo da un quinquennio circa.
“Ex” per motivi politici; un giorno si infurió per un post, da me scritto, che parlava di un certo movimento. Lo avevo intitolato qualcosa come: “Dopo la grande illusione, arriverà il brusco risveglio.”
Erano i tempi in cui a Roma e Torino “due giovani donne conquistavano i comuni, l’elettorato era maturo, l’ideatore del Vaffaday se la batteva con Gesù Cristo per la posizione di preferito da Dio, i “giornaloni” erano stati sconfitti e Travaglio era in attesa di beatificazione.”
Poco dopo, era il 2018, c’era pure il tesoretto del 33%.
🔜Arriviamo ad oggi.
L'”ex” mi ha detto: “abbiamo sbagliato tutto. Su Grillo meglio non esprimersi. Abbiamo perso Roma e Torino. In parlamento siamo stati, diciamo, ondivaghi. Siamo venuti meno a quasi tutti i nostri principi. Siamo diventati casta, esattamente come quelli che definivamo “morti che che camminano”, con i quali abbiamo fatto pure alleanza al governo.
In 5 anni tutto distrutto, tutto finito. Resistono in pochi, invasati, che pensano di essere ancora in guerra nella giungla.”
…..
Gli ho dato una pacca sulla spalla e gli ho detto che lo aspettavo, sapevo che prima o poi si sarebbe risvegliato dalla grande illusione che stava vivendo.
Non serve prendersela con i partiti che hanno consenso perché hanno una storia, hanno delle idee, hanno dei militanti. Il popolo non è bue secondo le proprie convenienze o la propria necessità di cercare delle giustificazioni.
Bisogna saper accettare le idee di chi la pensa (e lo testimonia con il voto nelle urne) in maniera diversa da noi.
Se a Torino ha vinto Lo Russo, l’Appendino non è stata neppure ricandidata e la Sganga non ha visto neppure con il binocolo il ballottaggio, vuol dire che la città non ha più creduto in quel movimento che in 5, lunghissimi, anni non ha saputo convincere (con i fatti!) della bontà di quella amministrazione.
Asfaltati, da quella stessa gente che ci aveva creduto.
E così a Roma. Ed alle prossime politiche ipotizzo lo stesso finale.
L'”ex” ha concluso dicendomi dell’incapacità dei suoi “ex” colleghi di movimento di fare una benché minima analisi, elaborare una autocritica, capire perché si è disperso un esagerato consenso elettorale. La triste chiosa: “continuiamo a dare le colpe ai giornaloni, ai poteri forti, abbiamo ancora nel cervello il “benaltrismo”, il Vaffa, pensiamo di essere immacolati quando si parla di questione morale…”
Gli ho suggerito di iscriversi al Partito di Bibbiano 🤭🤣🤣🤣
✍️Il popolo è sovrano ed ha premiato un altro candidato a Sindaco ed un’altra lista.
👉La fotografia di queste elezioni (a Trofarello) evidenzia due dati dati inconfutabili: il crollo della partecipazione alle urne, il paese spezzato (politicamente) in due e #NOI -forti di tre consiglieri- faremo valere, senza fare sconti, il nostro mandato.
Al netto di eventuali verifiche, la lista #NoiTrofarello ha perso di 11 voti, una inezia, lo 0,22%.
👉 Ovviamente grazie
⭕ a chi ci ha concesso fiducia (e pure a chi non ci ha votato, perché dovevamo essere ancora più incisivi “nell’arrivare a tutti”)
⭕ ad una squadra come non ne ricordo (e per motivi anagrafici campagne elettorali ne ho fatte più di una)
⭕ ad una candidata a Sindaca, #LauraSandrone che è riuscita a farci commuovere nella sconfitta (e non voglio immaginare cosa sarebbe successo se avessimo vinto)
❤️❤️❤️
.
Il gioco non c’entra per nulla.
Di calci ne meriterebbero in tanti.
Sconfitti lo sono tutti.
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I fatti.
Con modalità per lo meno atipiche, più imprenditori calcistici annunciano la nascita di una nuova competizione, di fatto “privata”.
Un torneo che consentirebbe (pure) ai proponenti di emanciparsi da un ente europeo che governa “senza concorrenza” il calcio e che ne amministra le risorse che servono (anche) a retribuire con un compenso di 2,4 milioni annui il presidente della Uefa.
Orbene, in una Europa sconquassata dal Covid, incapace di procurarsi i fondamentali vaccini, per tre-quattro giorni qualsiasi narrazione riguardante altri temi viene sospesa sull’altare del calcio.
Tutti contro i cospiratori, un poco improvvidi, che hanno violentato un’idea di calcio “romantico” (?!?) auspicando una competizione diversa in grado di catalizzare più pubblico, più attenzione, più soldi.
Si sono scomodati capi di stato e di governo ed una prima (ma già definitiva e sufficiente) fronda ha di fatto tolto ossigeno alla neonata creatura.
(Su questo aspetto ci sarebbe da domandare ai presidenti-imprenditori proponenti: “ma quando parlate di un’iniziativa economica, fate poi seguire delle scritture che prevedano clausole, modalità di recesso, penali..”. Da come si è sciolta come neve al sole la mai nata competizione, mi sovviene che l’atto costitutivo potrebbe essere stato scritto con inchiostro simpatico.)
Il personaggio che non ti aspetti.
In tutta questa storia buffa sale sul palco colui che governa il calcio europeo.
Dal presidente dell’Uefa (2,4 milioni all’anno di compenso, ribadisco) mi sarei aspettato poche e misurate dichiarazioni. Invece nei giorni a seguire Ceferin rinfrancato e sentitosi spalleggiato da stampa, cancellieri scapigliati, presidenti di squadre non invitate, gruppi di tifosi è stato protagonista di una spropositata valanga di dichiarazioni rancorose, minacce, sofismi.
Di “ricomporre” Ceferin non ha mai parlato, a comprendere non ci ha proprio provato. Ha prevalso un’inaspettata, non medidata, poco politica arroganza, mista ad un’inaspettata (per un presidente) sete di vendetta.
Le ultime dichiarazioni circa la certezza di punizioni e sanzioni mi hanno lasciato basito.
Nel calcio professionistico europeo esiste il diritto? Esistono dei tribunali?
Non sono domande retoriche. Sorgono spontanee quando bypassando indagini, gradi di giudizio, norme, regolamenti, appelli, la sete giustizialista del massimo vertice europeo che gestisce il calcio ha già emesso la sua sentenza.
Forse sono stati improvvidi ed inadeguati i presidenti proponenti.
Certo è che questo governo del calcio europeo non è all’altezza di gestire un movimento che, sono convinto, meriterebbe altre regole ed un’altra guida.
E concludo: come è garantito il diritto alla concorrenza nel calcio europeo?
Urge una riforma strutturale.
La pandemia ha stravolto i paradigmi.
I presidenti impresari possono essere letti come una malattia, la Uefa non è la cura.
Alberto Scarino
Mi chiamo Alberto Scarino e questo è il mio sito personale.
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