Non mi sento assolutamente di colpevolizzare la platea dell’Ariston per essere “scappata” di fronte all’esibizione di Geolier. Loro hanno pagato (e credo profumatamente) un biglietto per assistere ad uno spettacolo che fosse di loro gradimento. E quando questo non si è concretizzato hanno reso palese il dissenso.

Il problema è culturale.

“Pago, voglio, pretendo”, questo è il pubblico dei “con i soldi mi compro quello che voglio e non ho rispetto di nessuno, non mi piego neppure alle regole minime della buona creanza”, non rispettando neppure l’investimento che ho fatto.

Questa platea, forse e purtroppo, è figlia di un prato verde dove c’erano uomini vestiti da Vichinghi ed altri che, ruttando, seminavano odio contro la loro stessa patria.

Questa platea è nipote di Capitol Hill, esperienza con lo stesso seme di quella nostrana, i cui frutti sono razzismo, esclusione, intolleranza.

In sintesi: è un fenomeno mondiale, un vento puzzolente che inquina più di tanto altro.

Questa platea, per me, è stata come una curva becera, come quelle che si incontrano in certi stadi, come quelle che augurano eruzioni e bradisismi.

E voglio razionalizzare e forse semplificare il concetto, come fece un genio partenopeo degli striscioni agli attacchi di una parte di una curva omofoba: “Giulietta è na zoccola”
🤣🤣🤣

Il popolo di Calcutta: brava gente ❤️

✍️💙La “Resistenza” non è solo un valore è un concetto di grandissima attualità se la si vuole sapere leggere.

Resistenza è avere la dignità di confrontarsi con il proprio quotidiano e prendere decisioni scomode.

Resistenza è restare nei territori più dimenticati, nelle aree interne del nostro paese e provare a creare delle alternative.

Resistenza è combattere un sistema che sta minando i diritti fondamentali, come quelli alla salute ed al lavoro.

Resistenza è un modo di sentire, che fa capire la necessità di stare da una certa parte: quella degli onesti (e mi riferisco anche all’onestà intellettuale), quella dei sensibili anche ai problemi di chi sta vicino a noi, quella di coloro che ad un certo punto non piegano più il capo.

Un’altra strage di migranti, altre 30 vittime.

Non riesco a capire cosa si dovesse o non si potesse fare.

Di fronte alla possibilità di salvare vite umane non ci si può nascondere.

Il nostro essere nati nella parte giusta (anzi fortunata) del mondo non può obnubilare a tal punto le nostre menti da renderci insensibili o poco disponibili verso chi ha bisogno.

Non mi piace cosa siamo e provo una profonda amarezza 😢