Nella nostra cultura di uomini del Sud non esiste viaggio, lungo o corto che sia, che non preveda la modalità “i panini po ‘o viagg”.
Non è una forma per alimentarsi è un momento per godere di qualcosa di buono, per condividere un attimo di golosità con il compagno di viaggio, per socializzare per mezzo del cibo con un altro passeggero che non conoscevi prima e, forse, non rivedrai più.
Il panino per il viaggio può anche non essere consumato ed allora il viaggio è triste.
Nella mia vita ho mangiato tanti “panini po ‘o viagg” ed effettivamente non sono mai rimasto deluso.
Aneddoto: durante un Juventus-Napoli, partita che andai a vedere come accompagnatore di tifosi juventini che erano appositamente “saliti al Norde”, l’arbitro fischiò qualcosa pro bianconeri che creò più di un dispiacere ai napoletani i quali -per protesta- iniziarono a bersagliare il settore dal quale assistevo alla gara con “panini po ‘o viagg”. Uno in modo particolare mi colpì (per davvero ed in fronte) era con la frittata di maccheroni. Rimasi deluso per lui che lo aveva tirato e per me, perché non me lo fecero mangiare
❤️ Dopo l’incontro con Ken Loach, credo di aver fatto quasi tutto tra le cose della vita che mi interessavano
La festa è finita.
Una “due giorni” che i ragazzi della Pro Loco e del Forum giovanile hanno cucito addosso al quartiere Apparuta.
Tante le idee ed altrettanto il lavoro, anche di allestimento, che hanno personalizzato e reso unico un percorso arricchito da mostre pittoriche e cantine aperte che raccontavano cosa eravamo. E poi uno storytelling anche culinario, con la maggior parte delle pietanze che affondano le radici nella tradizione sangiorgese ed anche questo serve a capire da dove si arriva.
Subito “Buona la prima”, quindi.
“La meglio gioventù”
“La bellezza salverà il mondo“
.
Un mio abbraccio particolare a Fabrizio Cusani ed ai TREMENTISTI, un gruppo sempre all’altezza delle aspettative, con loro è subito festa
#austoalaterra è stata una festa bella, nella misura in cui lo possono essere le iniziative organizzate al solo scopo di mettersi a disposizione del proprio paese. Ed è stata partecipata, molto, da gente che vuole fare festa per stare insieme in maniera altrettanto semplice, nel rispetto del divertimento di tutti.
Sì, una bella festa.
Grazie alla Pro Loco, al Forum giovanile ed a tutti coloro che sono riusciti a fare una cosa bella.
“La meglio gioventù”
“La bellezza salverà il mondo“
😔 sei rimasto giovane per tutta la vita.
Capace di essere amico di tutti.
Compagno di tresette in estenuanti, infiniti pomeriggi agostani.
Mi hai voluto bene (quanto te ne ho voluto io ❤️)
Ricordo di quando volevi pianificarmi una carriera politica, di quando volevi cercarmi moglie, di quando ti commuovesti per una mia partenza e imputasti il tutto ad un problema di moscerini.
Ora sei partito tu.
E non ci siamo salutati ma il problema con questi moscerini negli occhi è venuto anche a me, te lo volevo dire.
“E sono quattro…”
“Piacere Zi Angilo”
😭
.
(Non eravamo parenti, mi sarebbe piaciuto molto se lo fossimo stati.)
Una vera e propria istituzione. Angelo De Cicco, scomparso domenica 25 aprile, fra pochi giorni avrebbe compiuto 94 anni.
Fondatore nel 1959 della omonima trattoria in contrada Forlito, a San Giorgio la Molara, ha scelto una data evocativa per chiudere anzitempo la serranda e passare a miglior vita.
Era praticamente impossibile non conoscerlo sia per i sangiorgesi autoctoni, sia per coloro che -dalle zone limitrofe- in qualche modo gravitavano su San Giorgio.
Ha passato quasi una vita nei locali di un’attività nata nell’aprile 1959 e gestita, agli albori, con la moglie, scomparsa prematuramente.
Da piccolo bazar, dove le persone che abitavano nella contrada potevano trovare generi vari assortiti, l’attività di Angelo divenne una rivendita di tabacchi e quindi anche bar e trattoria.
Nel 1962 ha inizio la produzione dei prosciutti, diventati un vero e proprio marchio di fabbrica, che Zi Angelo ha curato personalmente sino a pochi anni orsono. Questi prosciutti erano ottenuti (all’inizio) da maiali di allevamento proprio, essiccati e stagionati nella “cantina tempio” della trattoria.
Pochi e selezionati erano gli eletti che avevano il privilegio di visitare questo luogo per lui quasi sacro e di ascoltare tutti i segreti ed i trucchi del mestiere.
Posizionata in un crocevia strategico, perché “di passaggio”, la trattoria è da 60 anni meta di coloro che apprezzano le tipicità enogastronomiche di un territorio che sta cercando di nobilitarsi grazie a quanto produce a chilometro zero.
Passata la mano alla nuora ed al figlio e quindi ai nipoti “Zi Angelo”, nome con il quale era universalmente conosciuto, si era ritagliato un ruolo di anfitrione che svolgeva naturalmente, perché parte del suo bagaglio di esperienza, della vita vissuta, del suo corredo genetico.
Angelo De Cicco aveva la rara capacità di essere se stesso con tutti, lo si poteva incontrare a chiacchierare con un adolescente oppure a prendere un caffè con un suo coetaneo, era totalmente intergenerazionale. Era uomo che sapeva scandagliare l’animo altrui, comprendendo sin da subito se chi aveva di fronte voleva scambiare due parole o voleva stare in silenzio, se aveva problemi e desiderava una parola di conforto o se aveva voglia di divertirsi. Ed Angelo c’era sempre: sempre con misura e grande educazione, sempre al fine di fornire la migliore accoglienza.
Soprattutto nei pomeriggi dei mesi estivi era il compagno, sempre disponibile, per interminabili partite a scopa o a tresette. E’ impossibile per chiunque, se è passato dalla trattoria “De Cicco” e si è seduto ad un tavolo per passare un poco di tempo a giocare a carte, non aver ‘smazzato” con Zi Angelo, astuto e competitivo e con il gusto della battuta e la capacità di narrare aneddoti sempre nuovi. Molte le sue frasi divenute celebri tra i giocatori, per “indirizzare” meglio le attitudini dei partner di gioco.
Consigliere comunale da metà anni sessanta a metà anni settanta, nel secondo mandato Zi Angelo ricoprì la carica di assessore all’edilizia privata.
“Angelo De Cicco -dice Nicola De Vizio, sindaco di San Giorgio la Molara- mi stupiva per la capacità di intessere rapporti con tutti. Era espressione di un grande senso di comunità. Non lesinava l’impegno quando veniva coinvolto in attività di natura sociale. Una persona estremamente affabile. Ha partecipato alla vita amministrativa, diventando un punto di riferimento per gli abitanti della sua zona, per i quali si prodigava con il massimo impegno.”
Angelo De Cicco ha rappresentato un pezzo di storia del paese e la sua scomparsa ha lasciato attonita l’intera comunità che si è stretta attorno ai familiari. Messaggi di cordoglio sono arrivati, anche sui social, da mezzo mondo, a testimonianza di quanto Zi Angelo sia riuscito a farsi apprezzare.
Nelle parole del figlio Vincenzo, della nuora Rosetta e degli amati nipoti Angelo e Lino, il testamento non scritto: “Zi Angelo, perché anche noi lo chiamavamo così -dicono gli esponenti della famiglia- ci ha insegnato la cultura del lavoro, ci ha fatto comprendere la necessità di far sentire a proprio agio i clienti, a valorizzare i prodotti della tradizione e del territorio, a cercare di non prendersi mai troppo sul serio e ad affrontare la vita con leggerezza”.
Alberto Scarino
Mi chiamo Alberto Scarino e questo è il mio sito personale.
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