Ieri sono andato a vedere Sangiacomo Chieri – CBS Scuola Calcio

CAMPIONATO DI PROMOZIONE | Girone D

SAN GIACOMO CHIERI – CBS SCUOLA CALCIO 1-1

SANGIACOMO CHIERI: Nebiolo; Anselmi, Berrone (22’ s.t. Rinarelli); Beltramo (15’ s.t. Velardita), Sacco, igani; Parrino, Gobetti, Angeloni (12’ S.t. Luisi), Cosola (20’ s.t. Presta), Federici. 12 Besusso 14 Calzolai 17 Cannizzaro 19 Moro 20 MaddalenaAll. Antonio Ballario.

CBS SCUOLA CALCIO: Madeira; Bara, Clivio, De Petris, Ghironi (40’ s.t Chiarle, Porcelli; Ciurca (39’ s.t. Bruno), Tulipano (26’ s.t. Meola), Balzano, Todella (30’ s.t. Borello), Shtjefni (27’ s.t. Palumbo). 12 Gallo 14 Lopes 16 Colaiocco 20 Marmo. All. Marcello Meloni.

TERNA: Gasparetto di Colegno (Maiullari e Mandalà di Collegno).

RETI: 9’ s.t. Todella, 49’ s.t. Gobetti.

CHIERI FONTANETO – Sale l’indice borsistico del SanGiacomo Chieri nel rating del campionato di Promozione girone D. La spartizione della posta contro il CBS (1 a 1) attesta il fixing dei leoncelli -nella parte alta della classifica- a ridosso delle corazzate e forse appena un passo dietro le formazioni che puntano a trovare spazio nella zona play-off.

Per gli appassionati dei numeri il conducator locale -Antonio Ballario- confermava un efficace (la settimana prima) 4-1-4-1, a cui rispondeva il trainer rossonero con un collaudato -nei movimenti e negli uomini- 4-3-3.

Come sette giorni prima davanti a Nebiolo si paravano Tigani e Sacco, che avevano qualche impiccio a fronteggiare l’esperto Balzano ed i due esterni Ciurca e Shtjefni, che creavano qualche impaccio anche ad Anselmi ed a Berrone, costretti in talune situazioni a ricorrere alle maniere forti.

Con Canavese appiedato dal giudice sportivo, il perno davanti alla difesa lo interpretava Gobetti, con caratteristiche diverse rispetto al suo compagno di squadra. Beltramo, Parrino, Cosola e Federici (piedi buoni, l’unico in grado di scompaginare la fase offensiva con la sua imprevedibilità) erano la cerniera in zona nevralgica ed Angeloni veniva riproposto nel ruolo di guastatore anarchico su tutto il fronte offensivo, rendendo tributo al suo mentore Ballario con una prova di grande sacrificio.

Dei rossoneri, detto dell’attacco, lasciavano un’ottima impressione anche De Petris e la bandiera Todella, forse un po’ narciso ma dalle qualità tecniche indiscusse.

Il match. Le fasi iniziali erano assolutamente parsimoniose di spunti da cerchiolino rosso sul taccuino. Nebiolo si scaldava i guanti al 20’, respingendo un calcio piazzato ed al 24’, negando la gioia del gol a Tulipano. Replicavano i leoncelli con Beltramo, la cui conclusione rimpallata, disegnava una traiettoria perniciosa deviata in angolo dal giovane Madeira.

Alla mezz’ora esatta l’azione da gol più nitida di tutta l’incontro: Cosola, tratteggiava una parabola nello spazio, nella cui direzione si insinuava il solito Beltramo. Nella vasta possibilità di scelta Lollo optava per la palombella calibrata sull’uscita a valanga dell’estremo di casa. Tutto perfetto, tranne un leggero difetto di direzione, con la palla che si perdeva sul fondo.

Da qui in poi salivano in cattedra i meneghini trasferiti a Torino. La supremazia territoriale trovava sfogo in una incornata di Balzano.

Dopo la pausa ancora metropolitani sugli scudi. Ciurca (8’) si faceva ipnotizzare in uscita da Nebiolo che, una manciata di secondi dopo, con uno sciagurato quanto inopportuno intervento, stendeva Shtjefni. La giacchetta nera concedeva il tiro dagli undici metri che Todella non falliva.

Gli ospiti rinfocolavano le loro ambizioni di primato in classifica, con alcune manovre vessatorie per i locali ma non riuscivano a mettere al match la catena con il lucchetto.

La girandola dei cambi dava nuova linfa ai leoncini che tornavano a ruggire e destabilizzavano gli ospiti che eccedevano pure in alcune leziosità.

Era quindi Tigani a provare a percorrere la via del gol con una acrobatica girata. Si assottigliava il tempo a disposizione ma aumentava l’intensità dell’arrembaggio chierese. Si arrivava in zona Cesarini quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo disegnato da Velardita, capitan Gobetti -lasciato inspiegabilmente solo nel mezzo dell’area- senza neppure saltare, prendeva la mira e con un’inzuccata di precisione uccellava Madeira: 1 a 1 e tripudio in campo sul versante di casa.

Contromosse (Tigani attaccante centrale ad esempio), cambi e motivazioni di Ballario hanno certamente riossigenato muscoli e sinapsi locali.

Meloni, forse per spezzare il ritmo, forse per prendere tempo, probabilmente eccedeva con i cambi, contaminando un tessuto tattico sino ad allora quasi ineccepibile.

Il Sangiacomo ogni gara scrive un pezzettino della storia del suo campionato. Questi primi capitoli lasciano intendere che probabilmente non reciterà un ruolo da comprimario, se le motivazioni e la “cazzimma” continueranno ad essere queste.

Ieri sono andato a vedere Carrara90-Sangiacomo Chieri

CARRARA 90 -SANGIACOMO CHIERI 1-2

CARRARA 90: Oliva; Paradiso, Vecchio (5’ s.t. Forza); Abalsamo, D’Addetta, Richiardi (39’ s.t. Croce); Borrello (28’ s.t. Napolitano), Ccarvelli (11’ s.t. Cravero), Mairano (18’ s.t. Cozzolino), Biseffi, Pistone. 12 Tortorici 16 Gambino 17 Contino 18 Iacovelli. All.

SANGIACOMO CHIERI: Nebiolo; Anselmi, Berrone (30’ s.t. Balan); Canavese, Sacco, Tigani; Parrino, Gobetti (38’ s.t. Presta), Angeloni (45’ s.t. Velardita), Cosola, Federici (28’ s.t.), Beltramo. 12 Ferrigno 13 Rinarelli 14 Calcolai 15 Cannizzaro. All. Antonio Ballario.

ARBITRO: Strozza

TORINO – Questa partita, nel suo piccolo, è una storia da raccontare, che ha fatto capire che il San Giacomo ha imparato a non mollare. E poi fa bene alla classifica e soprattutto all’autodeterminazione di una squadra che vuole diventare grande.

Il risultato finale, 1 a 2 su di un campo ostico come quello della neopromossa Carrara 90, illustra pochi passaggi di un viatico che, alla vigilia, si era fatto complicato.

Ai lungo appiedati dal giudice sportivo Rimedio e Stevenin, andavano a fare compagnia sulle tribune, Oddenino e Luisi, mentre Calzolai si sedeva in panchina solo per onor di firma. L’equazione complessa del reparto offensivo da strutturare la risolveva Ballario inaugurando un -praticamente inedito- 4-1-4-1 di grande sostanza e compattezza.

Tigani e Sacco, praticamente perfetti, creavano l’argine di fronte ad un Nebiolo eroico quando neutralizzava la massima punizione all’ex Pistone. Ai lati Berrone ed Anselmi davano compattezza e sostanza, con quest’ultimo efficace anche nelle incursioni nelle trincee avversarie. Davanti a loro Canavese, “Third eyes”, l’uomo con il terzo occhio, metronomo del centrocampo, era l’organizzatore di entrambe le fasi della manovra, con la particolare propensione al cambio di gioco “no look”.

Da sinistra a destra, Federici, Cosola, Gobetti e Parrino erano un argine di quantità ed anche di qualità quando si accendeva (purtroppo ad intermittenza) l’estro di Federici o quando Cosola, con il suo scaracollante andante, seminava avversari. Terminale offensivo il pimpante Angeloni, in grande spolvero, soprattutto fisico, abile nell’impegnare tutta la difesa di casa ed a caricare di falli gli avversari.

L’avvio era leoncino. Ruggivano gli ospiti su azioni generate da palle inattive. Al 12’ l’inedito (come punteros) Angeloni si faceva ipnotizzare dall’estremo di casa. Tre minuti dopo scaracollava Cosola e scaricava per Angeloni, che si gettava nello spazio, si allargava verso il fronte di sinistra ed incrociava il diagonale con il mancino, cogliendo in pieno il palo lungo.

Salivano in cattedra i padroni di casa. Al 22′ era bravo Nebiolo a restare in piedi e a neutralizzare un pallonetto di Richiardi, quattro minuti dopo Pistone, su calcio piazzato, sfiorava l’incrocio.

Ripresa. Anselmi crossava basso e teso, nessuno dei suoi compagni attaccava la porta. Al 6’ Cosola, riceva la palla nel limite dei sedici metri e con una magia la nascondeva al suo avversario che andava sul garretto del talentuoso chierese. Rigore netto che Tigani non falliva.

I leoncini, assediati, respingevano la forza d’urto dei padroni di casa sino al 18’, quando un’amnesia di tutto il reparto difensivo consentiva a Bisetti di concludere, in grande solitudine, alle spalle di un incolpevole Nebiolo.

Un minuto dopo il 20’ Angeloni conquistava e difendeva di “fisico” la sfera a spicchi. Gobetti riceva palla ed indirizzava a Federici la cui conclusione non poteva lasciare scampo all’estremo di casa.

Come è nelle dinamiche chieresi in questo inizio di stagione, lo spettacolo termina solo al novantesimo. Al 39’ Cosola correggeva la direzione della palla con il braccio. Rigore. Nebiolo bloccava la conclusione di Pistone. Tripudio.

A tempo scaduto Canavese, in occasione di un calcio di punizione, chiedeva “giustamente” la distanza e l’arbitro (insufficiente la sua direzione) gli comminava la seconda ammonizione.

E siamo quindi alla morale della storia. Con un pizzico di buonasorte, una grande applicazione, la fiducia ben riposta ed il carattere, le gare -anche quelle che paiono instradarsi su di un sentiero tortuoso- si capitalizzano.

#InPuntaDiPenna

Trofarello-SanGiacomo Chieri 3-1

Nuova stagione, si rinnovano i sogni, si alimentano le speranze, si amplificano le ambizioni.
A circa un mese dallo start-up il plotoncino biancorosso scalpita.
Luccicano le gocce di sudore sotto ai riflettori dei ragazzi in calzoncini in una afosa serata settembrina.
A pagare dazio è un Sangiacomo Chieri che si sta cercando.
Davide Abbienti, il conducator, poteva sembrare una scommessa di Nunzio “il direttore” Sinopoli. Ma -seppure lo fosse stata- si può cominciare a pensare che non era un salto nel vuoto, quello dell’ex bomber passato alla scrivania.
La squadra ha tanta gamba, ha tanto spirito solidaristico e poi si “cerca”. Gioco corto ad alta velocità, qualche improvvisa accelerazione, il talento di Pivesso che si esalta negli spazi.
L’idea tattica del mister è chiara, tangibile. E la squadra l’ha già recepita. Bravo lui.
Ed ancora un buon pacchetto di giovanissimi. Un gladiatorico Sollazzo, un sicuro Solimeno, un giovane vecchio (per personalità e carattere) Macario, un “prepotente” fisicamente Bonino, un dotato di classe cristallina come Fiore, lasciano intendere che -lavorando in maniera soda e senza presunzione, con il supporto dei “senatori” che continuano ad essere la spina dorsale di un sistema squadra- è un buongiorno che si vede dal mattino.
Si alzi il sipario e si guadagni la scena. Anche in questa stagione il Trofarello ha la possibilità di essere protagonista e non comparsa.
(E siccome chi scrive è innamorato della cifra stilistica, una menzione “ad personam” va a Dominin. Sulla terza marcatura l’accelerazione sulla fascia è stata degna di altri palcoscenici, come pure la stoccata finalizzatrice di Pivesso).

25° POLISPORTIVA SAN GIORGIO | “UN CAMPO PER CARMELO”

Venerdì 31 agosto, nell’ambito dei festeggiamenti per il venticinquennale della fondazione della Polisportiva San Giorgio, presso l’Auditorium Comunale di San Giorgio la Molara, è stato proiettato il docufilm “Volevo Essere Imbriani”, prodotto da Hitch2 Produzioni, da un’idea di Alberto Scarino, per la regia di Umberto Rinaldi. Nella stessa manifestazione è stato illustrato il progetto di raccolta fondi per la realizzazione di un Centro Sportivo, adiacente il St. Gaspar Referral and Teaching Hospital, ad Itigi – Singida, in Tanzania, intitolato UN CAMPO PER CARMELO.

Don Terenzio Pastore – Domenico Passaro – Alberto Scarino
La scenografia
  • La sottoscrizione

Sarà possibile sottoscrivere la donazione collegandosi al sito

www. Hitch2.it/uncampopercarmelo

dove si potrà contribuire con carta di credito, paypal o mediante bonifico bancario, il cui conto presso Banca Etica _ IBAN IT52A0501803400000016744369

Ti chiediamo di aiutarci a diffondere l’iniziativa tra i tuoi conoscenti inviando loro il link della pagina

San Giorgio La Molara 2018

Casa Mia