Di Napoli e di AdL

Una pagina social, qualche giorno fa, sondava la piazza virtuale.

Oggetto:  un voto alla presidenza De Laurentiis.
Penso che AdL non abbia fatto nulla di straordinario. Lo stesso “salvataggio” del Napoli non è ascrivibile tra i meriti di un mecenate. AdL non è un mecenate. Anche nella fase in cui lo fece suo mi piace pensare che anche altri lo avrebbero fatto. AdL imprenditore ha fatto bene. Ha dato solidità alla società Napoli (e quindi a lui stesso). Però nel calcio oltre all’imprenditoria c’è la passione. Uno dei piloti di F1 più amati in assoluto, Gilles Villeneuve, non ha mai vinto il mondiale. AdL non è riuscito mai a far vibrare le corde più profonde, quelle che legano in maniera indissolubile, quelle che scatenano la magia. Per interposta persona, tramite Sarri, ci si è avvicinato, ma non è farina del suo sacco. Quando avrebbe dovuto (ma secondo me anche potuto) non ha investito. È arrivato sempre all’ultimo miglio facendo mancare la benzina.
Mi piacerebbe che un giorno qualcuno studiasse queste vicende per capire se AdL ha più dato o ricevuto dal Napoli (ovviamente io penso ricevuto).
Quindi il mio personalissimo tabellino lo dà insufficiente. Tre, quattro, cinque, scegliete voi.
(Ferlaino quando decise che voleva vincere comprò Maradona. E chest’è )

Di crisi da gestire (ai tempi del Covid19)

❗Non è un mistero che dopo l’emergenza sanitaria, le successive crisi sociali ed economiche sarebbero arrivate.Appaltare a stuoli di consulenti e task force compiti che potrebbero (ma anche dovrebbero) essere ad appannaggio di Parlamento e commissioni mi appare come una rinuncia a delle assunzioni di responsabilità.Chi sa di impresa, di gestione, di programmazione dovrebbe mettersi […]

Di Europa (ai tempi del Covid19)

❗Mi piacerebbe che i tedeschi (dalla memoria corta) rammentassero il post secondo dopoguerra
(forse serbano rancore nei nostri confronti per due semifinali mondiali perse).
Gli olandesi e dico gli olandesi, una popolazione di 7 milioni circa di abitanti sta, di fatto, bloccando un vertice che dovrebbe essere epocale (se hanno perso due finali dei mondiali ed i loro migliori giocatori sono venuti a giocare in Italia, non credo sia motivo sufficiente per serbarci rancore).
Ecco. Forse bisogna essere amici di chi amico vuole essere. Sono anni che si parla di un’Europa a due velocità. Con le nazioni del Nord sempre più ricche e quelle del Sud (spregevolmente per chi lo ha fatto definite PIGS) sempre più povere, in forza di una forbice che non può che dilatarsi, stanti queste regole e soprattutto in questa fase contingente.
Se la Tedeschia mette sul piatto 800 miliardi e la Spagna solo 100, anche io che non capisco nullo di micro e quindi figuriamoci di macroeconomia non posso che ravvisare una situazione dove chi è più ricco lo sarà sempre di più.
Già, gli italiani hanno un debito pubblico che è una voragine. La cura non credo sia il costo esagerato del credito, che crea pure una situazione di iniqua concorrenza.
Se Europa deve essere, non deve servire solo ai figli di Merkel che si ritrovano una platea esagerata per smerciare i loro prodotti.
Mi pare una terza guerra mondiale, fatta senza spingarde e carriarmati, che i fratelli di Beckenbauer vogliono vincere in maniera subdola.
Già ebbi modo di dirlo e scriverlo qualche mese fa: serve più l’Europa all’Italia o che il Belpaese resti in Europa?
Non sono persuaso che l’Unione senza l’Italia godrebbe della stessa forza.
I coronaBond, mi piace pensare, che siano uno spartiacque. O dentro o fuori.
(Le battute sul calcio erano per rendere un po’ meno serioso il discorso )

Ed aggiungo…
❗L’ Olanda, infatti, altro non è che un paradiso fiscale. Non lo dico io ma un recente rapporto del Parlamento europeo, che ha ufficialmente chiesto alla Commissione Europea di indagare sulle politiche di dumping fiscale attuate nel Paese dei mulini a vento e in altri come Irlanda, Cipro, Malta e Lussemburgo.
Cit.
Sempre in merito al discorso di cui prima ed all’Olanda.
Lo sappiamo tutti ma ogni tanto serve ripetere per non dimenticare

❗Nulla sarà più come prima.

Il prima sono almeno gli ultimi 75 anni. E nulla, in ciò che si può solo intravedere in una opaca prospettiva, ha precedenti.
Quando ci riprenderemo dallo stordimento del Covid-19 dovremmo rimboccarci le maniche come mai le generazioni che conosciamo.
Sono da ridisegnare molti modelli che attengono a più sfere: personali, sociali, economiche, politiche.
La terra ci è franata sotto i piedi, dovremo ricostruire delle certezze.
Un processo educativo e formativo di una coscienza etica e morale sarà da approntate.
Il modello economico legato alle grandi speculazioni e ad un’Unione Europea che non è molto unita nel bisogno sarà da contrastare e revisionare (ma dall’interno).
L’impalcato su cui, in tutti questi anni, abbiamo costruito una scala di valori è mestamente crollato. Nelle nostre future scelte, di comportamenti, di approccio all’ambiente (che sembra aver inviato un alert), di politica, dovremo dare consistenza e sostanziare un modello, innanzitutto di sviluppo, diverso.
Per passare il testimone di una terra che sia quanto meno uguale a quella che abbiamo preso in consegna.

Princìpi?

Presentarsi da soli alle elezioni, senza fare alleanze è (era) un caposaldo di un partito nuovo che attraverso questi princìpi affermava la novità di un movimento, il suo voler essere diverso, l’affermazione di una diversità rispetto ai partiti tradizionali.
Le dichiarazioni post Abruzzo e Sardegna lamentano come limite una scelta non imposta.
Se i 5S non vogliono fare alleanze ed usano questa scelta per affermare quanto di cui sopra, se faranno un passo indietro attesteranno di voler essere uguali agli altri?