Bo-Bn

💛❤️💛
Da ieri sera sono un poco più tranquillo.
Sarà durissima, ci potrebbero essere inciampi, per qualche risultato recrimineremo ma la Strega si salverà.
Per due considerazioni che ho messo a fuoco in maniera indelebile non traendole dalla gara ma osservando il Bologna.
I felsinei conoscono un solo modo di giocare: attaccano. Non hanno capacità di soffrire. Sono forse più belli ed hanno nello arco (leggasi organico) qualche freccia in più ed esperienze migliori.
La squadra di SuperPippo è invece camaleontica.
Sa essere di lotta e di governo. Si adatta all’avversario e lo punge con l’istinto del killer. È difficile leggere una gara contro la Strega. Puoi trovarla asseragliata nella sua metà campo ad aspettarti dopo ribaltamenti fulminei a tu per tu con il tuo portiere, talvolta fa possesso palla ed altre volte ti provoca le apnee, per quanto ti pressa fino a togliere il respiro.
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E poi l’aspetto mentale. Questa squadra è forgiata nel titanio, oltre gli interpreti. SuperPippo sta cambiando, ruotando, sostituendo per le assenze, ma la squadra ha sempre una sua identità. E poi ha resistenza fisica e mentale, talvolta sa essere di lotta o di governo. Sa essere fulminea e si vede il grande lavoro svolto durante la settimana, ad esempio sulle palle inattive che sono uno strumento che, se bene sfruttato (perché allenato), produce frutti copiosi.
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Queste considerazioni valgono nella misura in cui si rapportano, ovviamente, alle squadre che giocano nel “nostro” campionato, contro le altre (Milan, Inter, Juve, Lazio, Roma…) si parte normalmente sconfitti, salvo riuscire a giocarsela se l’avversario ti sottovaluta.
Buon Benevento a tutti ⚽

❄️Freddure

🤭 Quando avevo letto dell’esonero di Conte ero felice perché pensavo si riferissero all’altro (quello del medio)

🖋️Dibba


La scomposta, quanto livorosa, quanto verbalmente violenta reazione, dell’irrisolto Dibba affonda le sue radici in una scommessa persa o in un errore di valutazione.
Ho sempre pensato che nel 2018, alle ultime politiche, per evitare inutili competizioni (con gli allibratori totalmente schierati contro) con Giggino da Pomigliano, il Dibba abbia ritenuto più opportuno commutare il suo tempo libero nella scrittura e nell’artigianato. E non si ricordano ricche di trasporto o di attese (da lui) dimostrazioni di affetto, le comparsate durante le campagne elettorali post 2018.
Pensava di succedere, delfino autodesignatosi, al pomiglianese che si è dimostrato osso più duro e certamente meno commestibile di quanto osassero anche solo immaginare le fauci di Dibba.
La messa in discussione del vincolo del secondo mandato ha probabilmente torturato le notti di Dibba, senza neppure favorirne la vena autoriale (se è vero che dopo il tramonto del sole l’ispirazione si moltiplica) ma scatenandone non educati istinti che portarono alla tiratina di orecchie del Garante (con G maiuscola come l’iniziale del cognome).
Prima vennero i legaioli, poi i pidioti ed adesso tutti assieme appassionatamente. E l’unico braciato dal Draghi sembra essere il neanche più tanto Giovane Dibba, i cui dolori forse non sono nella perdita di identità del movimento o nella sconfitta dell’idea iniziale, sono personalissimi e legati alla sua ambizione.
Dibba ha visto il futuro allontanarsi e la strada interrompersi.
I 5S, pur adducendo motivazioni diverse, stanno arrivando alla conclusione che, a volte, c’è una sola soluzione. Per senso di responsabilità mi verrebbe da dire, più orgogliosamente per difendere le conquiste (!?!?) che hanno ottenuto, dicono loro.
E tutto ciò lascia un pugno di sabbia nelle mani di Dibba, che vorrebbe tagliare il Movimento anche senza il grissino.
Perchè “l’abbiamo famiglia” vale a tutte le latitudini politiche e Dibba cavalca l’onda, come ha sempre fatto e dimostrato (questo si) di saper fare ottimamente, della protesta e dell’opposizione.
Sta nascendo? Il PdDB potrebbe essere in gestazione.

😭Povero Toro

La crisi del Toro non nasce oggi, l’iscrizione all’anagrafe è di almeno 12 mesi fa, se non prima.
Rimettendo a posto temporalmente gli eventi, ricordo la conquista dei preliminari di Europa League, la disputa degli stessi, un’indecorosa uscita, l’inizio della china.
In mezzo l’addio di Petrachi, i mal di pancia di Nkolou e poi Mazzarri (con lui allenatore la squadra è passata da avere una difesa quasi impenetrabile a colabrodo) e poi una salvezza per la quale, forse, si deve ringraziare il Covid.
In questo anno e mezzo il Toro è finito in una centrifuga.
Ha subito vari cortocircuiti.
Qualche shock.
Dall’altra parte una società che non sembra perseguire una linea logica e coerente. Ad oggi, ad esempio, il mercato è aperto da quasi due settimane, il Toro ha degli incontri decisivi, la società non acquista, perde tempo e punti.
Nel calcio le questioni economiche, è risaputo hanno altre valenze e prospettive. L’acquirente, soprattutto in caso di necessità, è difficile possa comprare come e a quanto vuole. Ma questo il presidente non lo ha ancora messo a fuoco. Così le gare passano ed i punti si perdono.
Più che il cambio del mister, valuterei la sostituzione del DS, andrei a rinforzare i quadri societari, investirei sulle strutture, cercherei un minimo di dialogo con la mia clientela, i tifosi.
Servono un regista, una mezzala, una seconda punta, forse un laterale di sinistra.
Forti, collaudati, con carattere.
E pure con questi sarà dura.

🖋️In risposta al post di un amico napoletano

🖋️In risposta al post di un amico napoletano che analizzava la sconfitta della squadra di Gattuso contro lo Spezia
Sintesi calcistica ma anche analisi sociologica in un mix che proietta considerazioni antropologiche.
C’è un poco di tutto.
Oltre alla disillusione…
Continuo a sostenere che le inefficienze dei tanti siano figlie legittime delle colpe dei pochi e della inadeguatezza di una struttura societaria che non esiste.
Non oggi ma fra qualche anno vedremo la Roma dei signori Friedkin che senza proclami si sono calati nella dimensione “calcio italiano”, sono presenti, vogliono capire, hanno tagliato teste ed altre le stanno sostituendo. Ruoli e competenze come in qualsiasi impresa che si rispetti.
Nasco, forse, prima anti juventino che tifoso, ma abitando a Torino non posso disconoscere la realtà dei non colorati. Organizzazione, pianificazione, investimenti, strutture, un museo, uno stadio ed il relativo store frequentati sette giorni su sette.
Il Napoli non è un pazziariello.
È storia.
È passioni.
È civiltà.
E potrebbe essere un formidabile volano per attività economiche.
E potrebbe essere un eccezionale traino pubblicitario per attestare le capacità di un popolo fiero e ricco di inventiva come quello napoletano.
E potrebbe essere tanto di altro.

Siamo in zona “luna di miele finita male”.
Difficile sapere cosa possa passare nella testa di Ringhio. Certamente non è più sintonizzato con le frequenze della piazza, è abbastanza evidente.
Ciò non vuol dire che non possa fare esercizio corretto del suo mestiere, nella fattispecie, però, si evince che qualcosa gli ha tolto serenità ed anche lucidità.
E l’assenza della società non aiuta.
Sulla gara poco da dire. Sconclusionato l’assetto. Insistere sulle proprie convinzioni senza addomesticarle al materiale umano, per me, è peccato mortale. Però tant’è.