⚽⚽⚽ Nicola Davide

Varie sono le tattiche che arrovellano le sinapsi di tecnici, giocatori, tifosi (e quindi allenatori 😉).Dal WM in poi, credo di averne approfonditi diversi, comprese le varianti. Tra i più vituperati, perché non concede la patente di innovatore, risulta essere sparagnino, concede poco allo spettacolo (opinabile), non è glamour, è speculativo, c’è il gioco detto all’italiana. In alcune declinazioni “palla avanti e pedalare”, per i detrattori “contropiede”, per quelli che giocano col contropiede ma vogliono darsi una patente di modernità: calcio basato sulle ripartenze.Poco spettacolare, forse, perché nello storytelling predilige la fase difensiva, per nulla charmant perché non prevede la partenza del gioco dall’estremo difensore e ne manco gli interminabili (sterili) “giro palla” sulla trequarti.Non sto facendo l’elogio del modello Rocco-Trapattoniano, considero che “giocatori che hai” modulo che utilizzi.E passo a Davide Nicola.Ha ridato un senso alla difesa rendendola nuovamente arcigna, ha privilegiato le verticalizzazioni rapide, si è affidato alla dea Eupalla di breriana memoria affidando alla divinità superiore la speranza di percorrere in qualsiasi modo (anche in autostop se necessario) la via della rete.Forte del principio “primo non prenderle” il mister granata ci sta provando. Forse riuscirà nell’ennesimo miracolo, dopo quelli di Genoa, certo ha ridato una speranza.Difesa e contropiede, le gare si vincono di nuovo con una tattica vecchia ed obsoleta. Che paga quando è funzionale alla cifra tecnica dei giocatori che hai.

Credits _ Foto dal profilo facebook di Vitantonio Zaza

❌ UN ANNO DI STOP

Spettacoli, manifestazioni, fiere, eventi, mostre, congressi.

Un settore, quello degli operatori, fatto di invisibili.

Manca la percezione dell’importanza e del valore di questo ambìto e delle ricadute, pure, che produce sui territori.

Parliamo di professionalità e di eccellenze apprezzate a livello mondiale, capaci di pensare, organizzare e gestire.

Tutti fermi e lasciati al palo.

⚽️ THE DAY AFTER

A circa 24 ore dal match con la Roma, anziché stemperarsi ed affievolirsi, la sensazione “dell’impresa” si perimetra con maggiore precisione alla luce di varie, sparpagliate, considerazioni.
La Strega, sulla carta, non ha un organico che -in termini di pedigree- si possa paragonare, ad esempio, a quello del Cagliari, che pure precede. Ai piedi della dormiente non dimorano maestri pedatori del calibro di Godin, Nainggolan, Asamoah, Rugani, Rog che pure hanno calcato scene di competizioni europee.
Sulla panchina della Strega c’è un coach che si è dovuto reinventare, dopo un esordio che pareva spianato (nel Milan) e districare in un saliscendi da montagne russe che lo ha portato dalle stelle (Venezia) alle stalle (Bologna) sino ad approdare in una specie di luogo del cuore: Benevento.
I giallorossi hanno una storia di tanta gavetta, nobilitata da tre anni di B e da due anni in A, questo compreso.
Eppure, fatto tutto salvo, ad oggi sarebbero salvi e si sono tolti la soddisfazione (tra le altre) di espugnare Firenze, far segnare il passo alla Signora ed inchiodare alla spartizione della posta la Roma.
Qual è la formula magica?
La pietra filosofale secondo gli alchimisti era un amuleto capace di tramutare i metalli in oro, o di produrre l’elisir di lunga vita.
Il presidentissimo Vigorito, Pasquale Foggia e “SuperPippo” Inzaghi hanno sicuramente tramutato in arte pedatoria di buon livello il materiale umano a loro disposizione, scegliendo con oculatezza i rinforzi nella transizione tra la passata e l’attuale stagione. Il loro elisir di lunga vita, la forza del gruppo, si è cristallizzato ieri sera nell’abbraccio di Ionita ad un Foulon, che dopo la mancata assegnazione della massima punizione ed il triplice fischio si abbandonava ad un pianto catartico e liberatorio.
Arriveranno vittorie, sconfitte e pareggi, muteranno gli stati d’animo, ma quello che la Strega sta incarnando, con l’avvento di Pippo Inzaghi, è un progetto di sistema “squadra-società”.

BuonBeneventoAtutti comunque andrà, per me, è già un successo

Di BN-RM

💛❤️💛
Un milione di aggettivi non potrebbero qualificare l’impresa eroica dei giocatori della Strega.
Di questi tempi parlare di eroismo, attribuendolo ad un semplice match calcistico, potrebbe sembrare esagerato ma contestualizzando nella giusta dimensione quella degli uomini di SuperPippo è impresa da iscriversi nelle pagine del grande libro della storia di questa squadra (e forse anche di questa città, che dai risultati dei suoi paladini calcistici sta traendo grandi benefici).
Un punto che ne vale tre: per il morale, per l’autostima, per la prospettiva.
L’efficacia del dispositivo difensivo si è coniugata con la grandissima disponibilità al sacrificio di una formazione che è squadra, gruppo, un corpo unico.
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Il derby dei giallorossi finisce in pareggio, ma ha un vincitore morale: i beneventani.
Grazie Strega per le emozioni che ci fai vivere.
💛❤️💛 #BuonBeneventoATutti

💛❤️💛 Grazie Benevento

🖋️
Premetto, non sono un sociologo, quindi mi limito ad una considerazione non avvalorata da studi specifici. La percezione, lo dico presuntuosamente, più corretta di quello che sta facendo il Benevento Calcio la ha chi nel Sannio non risiede. Come diceva un altro “tifoso non residente”, in alcune pagine facebook che trattano la materia calcistica, fino a qualche anno fa l’esatto posizionamento geografico della città sannita era legato ad una approssimativa vicinanza a Napoli, altri (forse i più) dell’antica Maleventum non conoscevano neppure l’esistenza.
Troppo lontana la vittoria su Pirro, le forche caudine e quanto di altro appartiene alla città sannita, desolatamente agli ultimi posti anche nelle classifiche della qualità della vita (anche se, ad onor del vero, ci sono segnali di risveglio e la posizione nel 2020 è la 79esima).
Poi, ad un certo punto della vita della città, irrompe il calcio di alto bordo e la conseguente esplosione mediatica che produce lo sport di massa più seguito in Italia.
Le telecamere si accendono sulla squadra e riverberano la loro luce sull’Arco di Traiano, sul Teatro Romano, sulla Chiesa di Santa Sofia, su tutto il patrimonio storico-culturale che è del capoluogo e pure sulle peculiarità, in primis quelle eno-gastronomiche, che prepotentemente -dalla provincia- avevano cominciato ad affacciarsi alla ribalta nazionale ed internazionale pagando, però, la tara della diffidenza verso qualcosa che non si conosce, che non si contestualizza e che hanno tratto giovamento, anche loro, dalle gesta calcistiche di Schiattarella e compagni, che hanno amplificato sui media il brand Benevento.
Per alcuni versi mi sembra di rivivere il déjà vu di una sonnecchiosa e sull’orlo dell’implosione industriale Torino che, con le Olimpiadi, riuscì a riposizionarsi nella dimensione di attrattiva turistico e culturale internazionale, godendone dei benefici sino ad oggi.
Fatte le debite proporzioni, l’esperienza calcistica è traino e volano (sempre a mio modestissimo parere) e fors’anche motivo di riscossa per un intero popolo dimenticato dalle infrastrutture, dalle piste di silicio, dai riflettori dei mainstream dell’informazione. Qualcosa si muove. Ieri sera Pippo Inzaghi era ospite alla Domenica Sportiva per parlare dei giallorossi, oltre alla squadra riecheggia Benevento che, se può essere modello sportivo, per assonanza potrebbe essere anche qualcosa di altro: sito per insediamenti produttivi, base per centri studi e di ricerca e tutto quanto non oso neppure sperare.
Benevento è area interna, dimenticata dai circuiti turistici, dagli investimenti e dalla programmazione statale, con un progressivo depauperamento demografico. Il modello “Benevento Calcio” ha aperto uno spiraglio, è dimostrazione tangibile che, con oculata programmazione ed investimenti mirati, potrebbe nascere, magari, un modello “B-Industria”, un altro “B-tecnologia e ricerca” e, forse, altri ancora.
Auspico l’emulazione, non un nuovo Rinascimento ma una presa di coscienza di un quadro di possibilità.
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La gente sannita è ricca di orgoglio e voglia di riscatto, mi piace pensare e sperare che, in un futuro più o meno prossimo, dal Nord saremo costretti ad emigrare al Sud.
Buon Benevento a tutti
🤗