Draghi nella sua sobrietà è stato lineare, rivendicando (neppure troppo, avrebbe potuto vantarsi di più), gli obiettivi raggiunti)l. È stato molto chiaro sul come proseguire…

Adesso tocca all’avvocato del popolo (potrebbe trovarsi con il “popolo” che ha in parlamento ancora dimezzato) che dimostrando poca accortezza politica nei giorni scorsi è andato verso una castrazione (politica) volontaria. Rimpiangerà Volturara???

Draghi accettò di guidare un governo di unità nazionale, quando si sfila il partito che, sciagura ha voluto, ha presso il 33% alle ultime elezioni, non si può sostenere che potrebbe andare avanti ugualmente perché “tanto ha la maggioranza”. In questi casi si rischia assieme, si perde assieme, si vince assieme.

Penso che alla luce di quanto successo, della valutazione del livello di affidabilità, dell’incapacità di essere partner affidabile, il segretario del PD Letta rivedrà la, per altro, già velleitaria idea di alleanze che aveva.

E comunque non credo che i compagni del PD (pur con tutti i loro limiti, errori e quanto di altro si possa pensare) possano essere disponibili a fare alleanze con l’avvocato del popolo.

E, soprattutto, subito al voto.

Più che leggere commenti sto ascoltando dei rutti.

Sono per le elezioni, subito e mi auguro che finisca la parabola degli “apritori” di scatolette di tonno.

Non credo sia possibile andare oltre il peggio del peggio.

(E il non voto di oggi è la riprova: tra guerra, spread, aumento dei tassi, mancanza di gas, aumento della povertà, la scelta è stata quella di abbandonare il governo. I numeri ci sarebbero ugualmente, certo, ma quando si avvia una fase governativa come questa si va avanti assieme condividendo le scelte popolari e quelle impopolari. L’avvocato del popolo non sa neppure dove stanno di casa i cittadini.

Vergogna!

✍🏽 Lo scrivo mentre qualcuno pensa e dice di aver vinto: il Partito Democratico cosa e chi rappresenta?

Se avessi la possibilità di chiederlo a Letta lo inchioderei sul posto fino a che non mi risponde.

Questa semplicissima richiesta rappresenta la madre di tutti i problemi di un partito nato male e cresciuto peggio (seppure, lo debbo riconoscere, sia stato -in questi anni di crisi- l’ultimo baluardo contro le derive populiste, sovraniste e stellate).

All’indomani delle elezioni del 2018 augurai (soprattutto a me stesso) un congresso (ri) fondativo perché già allora non intravedevo vie di uscita.

Per primo va definito cosa e chi rappresenta questo partito ed a seguire con chi vuole stare. Sembrerebbe semplice invece, pare, sia difficile.

E poi la guida. Non ho amato quella di Zingaretti, troppo legata alle dinamiche ed alle liturgie romane e romano-centriche.

Non comprendo Letta, il quale -mi pare- stia cercando una linea di galleggiamento per una zattera che imbarca acqua. Le alleanze debbono concretizzarsi con soggetti con cui ci sia un minimo di identità di vedute. Con i professori parvenu cosa abbiamo da spartire?

Il muro contro il quale stiamo andando a sbattere è la Meloni ma lo spauracchio della donna (uomo) nero sta diventando anacronistico. È da 1992 che si combatte qualcuno. Letta non ti chiedo di dire qualcosa di sinistra ma semplicemente di fare qualcosa.

❗Mi capita, talvolta, di pensare di vivere in un mondo parallelo.

Abbiamo avuto, poco tempo fa un presidente del Consiglio non eletto da nessuno, rimbalzato da una destra un po’ xenofoba, certamente sovranista e populista ad una maggioranza di governo di colori opposti. Nel primo caso hanno prodotto, tra gli altri, i decreti sicurezza, una legge pensionistica che in poco tempo ci ha inguaiato per tanti anni.

Poi non posso dimenticare gli Arcuri, le mascherine, i banchi con le rotelle, i monopattini, il no a tutto, gli ammiccamenti ondivaghi in politica estera, la sconfitta della povertà annunciata da un balcone…

E le retromarce del movimento di cui è a capo: no alleanze, limite dei due mandati, reddito di cittadinanza individuale a 9 milioni di persone, “fino a 1950 euro per una famiglia di 4 persone, referendum sull’euro, o sforatura del limite del 3% nel rapporto deficit/PIL, fermare la TAV, fermare la TAP, no all’immunità parlamentare (hanno votato contro l’autorizzazione a procedere su Salvini, per il Caso Diciotti), i premier deve essere scelto dal popolo, chi è indagato deve dimettersi subito (non valeva per la Raggi).

Detto che ognuno a casa sua fa ciò che ritiene più opportuno, ciò che trovo miserevole è il continuo tentativo di beatificazione di quest’uomo (che umanamente mi sta pure simpatico).

Come miserevole e forse ancora di più e lo storytelling di alcuni attivisti che prendono le distanze da un governo in cui sono stra-maggioranza (che non hanno saputo capitalizzare).

Credo sempre nella volontà popolare. Vedremo come gli elettori giudicheranno (su un foglietto ho già scritto la mia personalissima previsione) anche se dai primi set già si capisce che non si disputeranno tie break.

Mi auguro di non dover scrivere in difesa del popolo votante: “che ha preso coscienza” quando ti vota, che è bove quando ti condanna all’inconsistenza.

Ed adesso ritorno a “parallelCity”