🎀 E poi ti svegli al mattino (tardi) e senti un ammaliante profumo nell’aria che satura le narici.

E poi, i tuoi vicini, ti sporgono questo nettare prezioso: ragù alla napoletana, che ha “pippiato” otto ore, tirato in maniera mostruosa, habitat perfetto per polpette e cotiche.

Ma che ve lo dico a fare…

Essenza della felicità ❤️

#succedesoloalsud #vicinato #adderetosanti

#sglm24

La Passiata è una gara competitiva.

La Passiata è anche un’iniziativa non competitiva.

La Passiata è innanzitutto un fenomeno.

In una nazione di “divanisti” e di sportivi da televisione, la Passiata è un innesco magico, è un’idea, una suggestione, uno “scollante” che è riuscita, nel corso di un cinquantennio, a trasformare un’intera comunità in una festante e gioiosa marea di cittadini che si riversano sulle strade per cogliere un momento di aggregazione, anche salutistico.

Meriterebbe un attento studio di antropologi e o sociologhi.

Non si capisce come, all’alba del terzo millennio, dove si corre soprattutto sulle vie di silicio, questa manifestazione riesca a sconvolgere, almeno per un giorno, abitudini che si cristallizzano nell’arco degli altri 364 in umani che, pur di non fare 3 passi (e non di corsa), magari parcheggiano in quarta fila davanti al tabaccaio o al panettiere.

Come ha potuto la Passiata resistere a tutto ciò in 50 anni di storia ed, anzi, aumentare quasi costantemente, di anno in anno, il numero di partecipanti e di attivisti? (Perché, non lo si dimentichi, dietro ad un grande evento ci sono sempre grandi organizzatori…)

La risposta a questo quesito, per molti aspetti molto semplice o molto difficile, sta nella magia della Passiata.

Non mi è dato sapere se a livello nazionale o ancor di più mondiale, esistano iniziative similari, forse si.

In questa di San Marco io ho visto e leggo la voglia di esserci, il desiderio di partecipare, la volontà di essere parte attiva di un evento che appartiene ad un’intera popolazione, una specie di sogno collettivo che trova la sua santificazione una volta all’anno.

Il gusto di poter dire “io c’ero”, il piacere di affermare la propria presenza in un delirio che è collettivo.

Uno degli organizzatori, un caro amico, mi ha scritto che ieri San Marco “pulsava”, per me era il grande cuore di un’idea, che sopravvive a se stessa per la forza della stessa.

Grande Passiata e viva la Passiata, appuntamento all’anno prossimo ed al prossimo anniversario.

Ph Andrea Cocca