I primi 16′ il Milan non è uscito dalla sua metà campo.
Napoli devastante per intensità e qualità, Milan arroccato in attesa.
I partenopei parevano crogiolarsi troppo nella loro bellezza (Kvara) che condita con un po’ di presupponenza, liberava praterie dove quel cavallone di Rafael Leao si lanciava facendo quello che lo ha reso famoso: il guastatore.
La Spalletti’s Band è arrivata con le bombole d’ossigeno in riserva, numericamente contata e con quel favore del pronostico che talvolta è un catalizzatore ed uno sprone, più spesso un fardello e quindi quella lira che non ti fa completare il milione, leggasi un pizzico di buona sorte o il famoso “episodio”, non riesci a guadagnarla nonostante le buone intenzioni.
Il Milan è stato meno bello, ha creato meno suggestioni, ha giocato un calcio pragmatico contro la sublimazione della fantasia ed ha passato il turno, perché così spessissimo succede. La storia del nostro calcio è piena di prestazioni stitiche che ci hanno fatto vincere i mondiali o, all’altra milanese, consentirono di fare un meraviglioso triplete con prestazioni catenacciare (ricordo, per sintetizzare, Eto’o terzino in una drammatica partita a Barcellona).
Fossi nei tifosi azzurri gioirei a prescindere. Il triangolino di stoffa tricolore fra poco nobiliterà la maglia, il calcio giocato da questa squadra faceva venire “u fridd nguoll”.
Un giorno si recriminerà per quello che poteva essere io mi accontenterei e godrei di ciò che ho visto ed avuto
#FNS