🖋️Leggo opinioni diverse ma comunque simili sulla gara “nerazzurra”.
Il filo conduttore è la compattezza, la capacità di reggere l’urto della lunghezza di un campionato, la forza di squadra degli interisti.
Beh, non si apre neppure il contraddittorio.
Però ho due certezze.
Forse, anche un poco a seguito dell’incedere del passare del tempo, utilizzo un altro spettrometro. La lunghezza d’onda di questa squadra non è tale da essere captata da coloro che sono romanticamente innamorati del gioco del calcio. Oppure che lo intendono come gamba ma con evoluzioni tecniche, tattica ma con spruzzi di fantasia, solidità ma con predisposizione anche ad un minimo di rischio. Questa Inter è premiata anche dagli episodi.
Quando apro il mio personalissimo libro dei ricordi mi viene in mente l’Olanda di Cruijff non la Germania di Beckenbauer, il Toro di Radice e non la Juve del Trap (che rispetto a questa Inter è comunque più entusiasmante), il Barcellona di Guardiola e non il Real di vari mister. La mia prima certezza è dunque che la squadra mi deve in qualche modo far vibrare le corde della passione, che in quanto tale non è detto che collimi con quelle ancora più rispettabili di tutti quelli che la pensano diversamente.
La seconda certezza sta nel potere del telecomando. Anche ieri sera, non ho guardato i nerazzurri milanesi bensì quelli della bergamasca. Non guardo quello che non mi piace.
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La storia non si scrive con i se e con i ma, però in caso di assegnazione di un calcio di rigore, per me legittimo, non so che fine avrebbe fatto la tattica di mister 12millions; penso che con molto meno tanti allenatori che conosco farebbero molto di più.
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La Strega, con il punto di oggi, rispetto all’andata ha due punti in meno.
Relativizzando questo dato, il cammino non è fuori traccia. Chiaro che chi ha sperato in un posto nelle coppe europee dovrebbe portare almeno dei fiori sulla tomba di Basaglia, la cui legge gli ha evitato un soggiorno in uno di quei posti che erano strazianti.
La gara di oggi, per altro, pur tra le tante sofferenze, ci racconta di un Benevento che può anche permettersi di rinunciare ad alcuni interpreti che fino a ieri sembravano imprescindibili.
Non sarà una passeggiata da qui alla fine.
Credo che tutti lo abbiano detto in tutte le lingue del mondo.
Neppure si parte spacciati, se il campionato iniziasse oggi, anzi.
Non bisogna mai dimenticare da dove si arriva.
Non bisogna mai dimenticare le possibilità economiche.
Non bisogna mai dimenticare che ogni stagione vive di equilibri che mutano, quello che è stato l’anno passato non è detto che sarà quest’anno.
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Io questo punto lo prendo, lo santifico e me lo godo.
Io penso che si debba fare sistema con la squadra.
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Non è vero che la rosa è impermeabile.
Non è vero che i calciatori non sono a conoscenza di quella che è la narrazione (sui social e sui giornali e sulle tv) che li riguarda.
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Se c’è da soffrire, soffriamo insieme💛❤️💛