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Premetto, non sono un sociologo, quindi mi limito ad una considerazione non avvalorata da studi specifici. La percezione, lo dico presuntuosamente, più corretta di quello che sta facendo il Benevento Calcio la ha chi nel Sannio non risiede. Come diceva un altro “tifoso non residente”, in alcune pagine facebook che trattano la materia calcistica, fino a qualche anno fa l’esatto posizionamento geografico della città sannita era legato ad una approssimativa vicinanza a Napoli, altri (forse i più) dell’antica Maleventum non conoscevano neppure l’esistenza.
Troppo lontana la vittoria su Pirro, le forche caudine e quanto di altro appartiene alla città sannita, desolatamente agli ultimi posti anche nelle classifiche della qualità della vita (anche se, ad onor del vero, ci sono segnali di risveglio e la posizione nel 2020 è la 79esima).
Poi, ad un certo punto della vita della città, irrompe il calcio di alto bordo e la conseguente esplosione mediatica che produce lo sport di massa più seguito in Italia.
Le telecamere si accendono sulla squadra e riverberano la loro luce sull’Arco di Traiano, sul Teatro Romano, sulla Chiesa di Santa Sofia, su tutto il patrimonio storico-culturale che è del capoluogo e pure sulle peculiarità, in primis quelle eno-gastronomiche, che prepotentemente -dalla provincia- avevano cominciato ad affacciarsi alla ribalta nazionale ed internazionale pagando, però, la tara della diffidenza verso qualcosa che non si conosce, che non si contestualizza e che hanno tratto giovamento, anche loro, dalle gesta calcistiche di Schiattarella e compagni, che hanno amplificato sui media il brand Benevento.
Per alcuni versi mi sembra di rivivere il déjà vu di una sonnecchiosa e sull’orlo dell’implosione industriale Torino che, con le Olimpiadi, riuscì a riposizionarsi nella dimensione di attrattiva turistico e culturale internazionale, godendone dei benefici sino ad oggi.
Fatte le debite proporzioni, l’esperienza calcistica è traino e volano (sempre a mio modestissimo parere) e fors’anche motivo di riscossa per un intero popolo dimenticato dalle infrastrutture, dalle piste di silicio, dai riflettori dei mainstream dell’informazione. Qualcosa si muove. Ieri sera Pippo Inzaghi era ospite alla Domenica Sportiva per parlare dei giallorossi, oltre alla squadra riecheggia Benevento che, se può essere modello sportivo, per assonanza potrebbe essere anche qualcosa di altro: sito per insediamenti produttivi, base per centri studi e di ricerca e tutto quanto non oso neppure sperare.
Benevento è area interna, dimenticata dai circuiti turistici, dagli investimenti e dalla programmazione statale, con un progressivo depauperamento demografico. Il modello “Benevento Calcio” ha aperto uno spiraglio, è dimostrazione tangibile che, con oculata programmazione ed investimenti mirati, potrebbe nascere, magari, un modello “B-Industria”, un altro “B-tecnologia e ricerca” e, forse, altri ancora.
Auspico l’emulazione, non un nuovo Rinascimento ma una presa di coscienza di un quadro di possibilità.
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La gente sannita è ricca di orgoglio e voglia di riscatto, mi piace pensare e sperare che, in un futuro più o meno prossimo, dal Nord saremo costretti ad emigrare al Sud.
Buon Benevento a tutti
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Alberto Scarino
Mi chiamo Alberto Scarino e questo è il mio sito personale.