SANGIACOMO CHIERI- CIT TURIN 0-1
SANGIACOMO CHIERI: Gilardi; Parrino, Petraglia; Romano, Balan (29’ s.t. Cosola), Berrone; Bechis, Perrone, Presta 25’ s.t. Veglia), Olivero (19’ s.t. De Grandis), Vergnano (33’ s.t. Bertelli). 12 Catana 13 Cannizzaro 14 Rimedio 16 Anselmi 17 Di Gregorio. All. Enrico “Chico” Migliore.
CIT TURIN: Beqiraj (44’ Marco Neirotti); Mossio, Baudino; Orsini, Moncalvo, Filippo Neirotti; Gianarro (27’ s.t. Marcuzzi), Sandiano (44’ Correa), Manusia (45’ s.t. Cirillo), Panarese (18’ s.t. Cattaneo), Gagliardi. 13 Bonaveri 17 Luzio 18 Alloa 20 Salvador. All. Alessandro Garau.
TERNA: Sanna di Nichelino (Fumagallo e Flagetonte di Novara)
RETI: 29’ s.t. Gagliardi.
FONTANETO – Il cinismo applicato al calcio si definisce come la capacità di colpire al momento giusto, con cattiveria, capitalizzando con il minimo sforzo il massimo risultato.
Sconfitte come quella di oggi non si raccontano se non attingendo a piene mani da una sceneggiatura, abbastanza consolidata, che fa riferimento alla dura legge del gol: chi lo fa vince.
Il Cit Turin, con uno stacco imperioso di Gagliardi al 29’ della ripresa, metteva il sigillo ad una gara che i metropolitani, cinici, facevano loro in maniera fors’anche beffarda.
Riavvolgendo il nastro si evince in maniera evidente che la formazione schierata da Migliore pagava le assenze che hanno falcidiato il reparto offensivo, per altro già a corto di suo di tessuto.
Con Massera, Velardita e Di Gregorio ai box, il trainer chierese schierava un inedito Presta al centro dell’attacco. L’identità dell’undici di partenza è quella che si sta consolidando, con una difesa a quattro (Parrino, Romano, Berrone, Petraglia) un centrocampo a tre (Olivero, Balan, Perrone) ed una linea offensiva composta da destra verso sinistra da Bechis, Presta e Vergnano.
Garau, coach ospite, rispondeva con uno schieramento praticamente a specchio e con una condotta di gara molto accorta sin dalle battute iniziali.
L’avvio dei leoncini era scoppiettante. Parrino e compagni dopo 30” conquistavano il primo calcio dalla bandierina. Nei primi 5’ i locali venivano fermati in due occasioni dalle chiamate del secondo collaboratore dell’arbitro ed al 6’ Presta si involava in un invitante corridoio dove lo raggiungeva un pallone con il contagiri di Balan, il neo centravanti liberato davanti all’estremo ospite si faceva ipnotizzare concludendo con scarsa forza.
Tutto in rapida successione e tutto molto ben augurante per l’esito del match. In realtà le migliori rassicurazioni per i chieresi giungevano da una manovra ariosa, da ottime combinazioni che si declinavano attraverso continue sovrapposizioni, segno evidente di un lavoro tattico certosino durante gli allenamenti.
Giro palle e gioco corto mettevano le ali ai chieresi al 16’, con un’iniziativa di Balan in favore di Vergnano, che consentiva a quest’ultimo di liberare al tiro Perrone la cui conclusione lambiva il palo.
Sembrava una gioiosa macchina da guerra quella dei leoncini, pronta a sbranare l’avversario. Al 18’ andava alla conclusione Bechis (sempre di grande qualità il suo contributo) che costringeva il giovanissimo portiere metropolitano ad un doppio intervento di grande reattività.
Con Gilardi in permesso per inattività, i padroni di casa continuavano a saggiare la consistenza di Beqiraj, chiamato in causa da Presta (alla mezz’ora) e da Vergnano, la cui incursione da sinistra costringeva l’estremo ospite ad una deviazione in angolo. Sugli sviluppi del corner il portiere torinese strozzava in gola l’urlo di esultanza dei chieresi che non riuscivano ad indirizzare in fondo alla rete un lungo e serrato batti e ribatti nel perimetro dell’area piccola. L’ultimo e decisivo intervento di Beqiraj era però causa di una probabile distorsione al ginocchio che costringeva Garau ad un doppio cambio per continuare a garantire la presenza in campo del numero corretto di fuoriquota.
Il fischio con cui l’arbitro dopo 4’ di recupero mandava a riposo le squadre permetteva di fare una pausa di riflessione su quanto visto nei primi 45’. Quando il Sangiacomo riesce a muovere palla con una certa velocità, sulle catene di destra e di sinistra funzionano le sovrapposizioni, dal centrocampo si gestiscono con abilità da metronomo i tempi dettando i campi di campo per gli inserimenti, la manovra diventa veramente di difficile lettura per gli avversari. Il ritmo compassato e la mancanza di ordine consentono agli avversari di rialzare la testa.
Con negli occhi una prima frazione entusiasmante, la riapertura delle danze non pareva incanalata nella stessa direzione Al 13’ Bechis pennellava per Vergnano la cui conclusione di testa sorvolava la trasversale. I leoncini non riuscivano ad offendere e gli ospiti, ancora irretiti dai primi 45’, non sembravano volersi scoprire. Calava l’intensità nell’undici di casa, alcuni degli interpreti iniziavano ad andare in debito di ossigeno ed i torinesi, seppure senza continuità, cominciavano ad affacciarsi nella metacampo chierese.
Alla mezz’ora esatta un traversone da destra, la cui lettura da parte della difesa locale non era perfetta, consentiva a Gagliardi un “terzo tempo” sul quale Gilardi nulla poteva opporre.
Tentavano di reagire immediatamente i leoncini di casa, ma un’opportunità ad appannaggio di Bechis (al 31’) non godeva di fortuna e gli altri tentativi -sino allo scadere- non erano degni di menzione.
Praticamente sui titoli di coda l’unico intervento di Gilardi (44’) su una conclusione di Manusia.
Si diceva della difficoltà di raccontare certe sconfitte e dell’essere beffardo di un gol che premiava chi non lo aveva meritato. E’ il calcio. Però questo gioco alla lunga premia sempre chi merita e la strada intrapresa da Migliore appare quella giusta. Sono evidenti alcuni limiti quantitativi nell’organico (soprattutto nel reparto avanzato, per altro quello più falcidiato dagli infortuni) e -forse- tra gli ingredienti sono da reperire un pizzico di personalità e quella capacità realizzativa che consente di risolvere le equazioni quando le variabili sono il ritmo che si fa più compassato, le maglie delle difese avversarie che si stringono, le idee che si vanno annebbiando.