Mi sento un poco pennivendolo ed un poco puttana, per passate esperienze, ultraventennali, in un glorioso giornale locale.
Per questo, sentendomi -modestamente e mio malgrado- di parte, non ho voluto scrivere di getto e ci ho pensato qualche giorno, elaborando anche il lutto, perché quando si tenta di imbavagliare l’informazione, anche quella “di parte”, non è mai bene.
Di Battista, il cittadino, quando attacca la stampa di fatto insulta la “gggente”. Presuppone che si legga senza saper discernere. Sostanzia un mondo in cui i cittadini non si formano un’opinione documentandosi. Sottointende che la massa ignorante si ”beve” tutto ciò che viene scritto. Una volta si diceva portare il cervello all’ammasso.
Io penso che documentandosi ci si possano fare delle opinioni.
Condivido spesso post che non “condivido”, quelli che offrono un altro punto di vista.
Sbaglia chi dà importanza a questo uomo che dal Guatemala si permette di emettere sentenze. Qual è il curriculum che ne giustifica tutto ciò?
Non ragiono da tifoso. Per dei pirla che parlano di “patata bollente” non si tira in ballo un’intera categoria.
Mi ha ricordato molto un certo editto che arrivava dalla Bulgaria, nella sostanza seppure non nella forma.
Se vengono meno principi fondanti viene meno la democrazia, di cui una libera stampa è componente fondamentale ed essenziale.
Io tifo quando si parla di calcio. E per primo mi metto in discussione e faccio autocritica. Non troppo spesso avviene la stessa cosa sul fronte opposto. Da buon passista attendo.
(E se fossi in Di Maio sarei pure incazzato perché scientificamente questo personaggio è andato a farsi gli affari suoi, abbandonando di fatto il Movimento in una fase decisiva per la sua storia. Per questo, da avversario, stimo Fico)