Lo scrivevo il 10 giugno 2016
E’ interessante il dibattito in questi giorni sulle alleanze relative ai ballottaggi. Sfugge secondo me, ai post dei più, un dato che si sta palesando in maniera quasi inconfutabile: sta mutando pelle l’intero sistema di appartenenza. E del senso di appartenenza. Con la disintegrazione dei partiti è diventato tutto fluido. La stratificazione non crea più accorpamento attorno ad un ideale o ad un contenitore politico.
L’appartenenza ad un partito e la relativa disciplina, sono fattori che non determinano più la scelta. E nelle amministrative, dove entra in gioco anche la conoscenza diretta dei candidati, si assiste ad un’esasperazione della voglia di poter scegliere senza “farsi consigliare”, di poter essere padroni del proprio destino. Ed è diverso, credo, dal semplice voto di protesta.
Ai partiti sta sfuggendo questa voglia di reinterpretazione del voto del cittadino.
Gli apparati, le segreterie, le direzioni sono anacronistici, fuori dal tempo, sorpassati. Parte di un mondo che non esiste più. E che queste amministrative, penso, affosseranno definitivamente.
Non so quale sarà la soluzione ma penso (forse con una certa presunzione) che chi non si adegua scompare.
E’ da rivedere il modo di fare politica dei partiti che, con la scomparsa delle sezioni, si è troppo allontanata dal sentire delle persone. E le sezioni che ancora esistono, hanno perso completamente (o quasi) il senso della loro funzione.