Antonio Aiello,”Invisible Man”, quando gioca a calcio non è un uomo.

È una entità che appartiene alla magia che solo il calcio riesce a trasmettere.

Parliamo di uno stato dello spirito, di un’emozione allo stato liquido che solo chi conosce gli odori degli spogliatoi, il profumo dell’erba, il rumore dei tacchetti, sa capire ed apprezzare.
È la fantasia al potere.

Ieri sera ha fatto poco ma quello che ha fatto, ha consegnato i tre punti alla sua squadra.

Una giocata di prestigio.

Controllo, dribbling e conclusione di mancino -da 20 metri- dove l’estremo ospite non riesce ad arrivare.

Dove solo chi ha un dono, che gli è stato concesso dagli dei che sovraintendono alle dinamiche calcistiche, poteva indirizzare la sfera a spicchi.

Da sola, la giocata, è valsa il prezzo del biglietto, la sopportazione del freddo.