Di calcio e di addii
Con l’uscita di scena di Allasia Federico “Dallas” e di Stefanino Drazza si chiude forse, parzialmente, un ciclo.
In questi anni il calcio a Trofarello non è mai stato facile. Loro, con gli altri “senatori”, sono stati il cemento vero del gruppo.
Dallas è stato equilibrio e determinazione.
Steve estrosità e “sterzate”.
Entrambi hanno sposato la causa trofarellese quando sembrava che tutto potesse o dovesse finire.
Restano nella memoria di molti le cene domenicali, post match, presso l’abitazione di Dallas, ancora sento nella testa i cori di un Drazza ebbro di gioia e dei fumi dell’alcol.
Non hanno solo indossato una maglia. L’hanno tessuta, l’hanno cucita e poi l’hanno messa sulle spalle, quelle spalle che -in molte partite- si sono caricate il peso di una intera formazione.
Lasciano un grosso vuoto. Come giocatori ma soprattutto come persone.
Chi ha vissuto questi anni può capire. Emozionanti dalle vittorie alle sconfitte. Però momenti sempre unici, particolari, cristallizzati nelle nostre sinapsi.
Non c’è nulla di epico. E’ qualcosa che ha unito un gruppo di persone, una piccola comunità, proiettando un sentire comune.
Tutto finisce.
(ed in questo momento, anche chi scrive ha un poco di malcelata melanconia ed una lacrimuccia che riga il volto, forse per un moscerino)
#passioneBiancorossa