Fragneto l’Abate – San Giorgio la Molara
Era il 33′ della seconda frazione, quando DanieleFantozzi, vecchio mestierante di queste e di superiori categorie, veniva a trovarsi al limite dell’area avversaria. Nella sua mente una sovrapposizione di immagini, che attraversavano le sinapsi alla velocità della luce: l’esordio con il San Giorgio, i tanti mister, i compagni di un tempo, la vittoria in campionato, il dolore per la scomparsa del calcio a San Giorgio. E poi i suoni: le voci dei compagni, le invettive degli avversari, l’incitamento dei tifosi. Ma in quel momento Daniele aveva cristallizzato qualsiasi meccanismo fisico e mentale. Un solo desiderio: che il nuovo esordio di questa squadra di amici non finisse in sconfitta. E quindi una preghiera alle divinità che sovraintendono alle sorti nel gioco del calcio, uno sforzo sovrumano per raccogliere le forze residue dopo una lunga battaglia e quindi la concentrazione per effettuare il migliore tiro possibile, quello capace di uccellare il portiere avversario. Rasoiata, di precisione chirurgica, della giusta forza. Ed è pareggio. Ed è un caleidoscopio di emozioni quelle che annebbiano la vista di Daniele.
Fantozzi ha segnato. Non è un riscatto. É la forza di un senso di appartenenza. Dragoni si nasce e Daniele lo nacque.
Mi piace immaginare che così siano andati i fatti.